L'antigastronomo

Pensierini

Ad Avignone, nel palazzo dei papi, sopra la porta che mette in comunicazione la cappella privata del pontefice con la chiesa, si legge:
per quam dominus noster papa intrat…
Come dire, tutto strettamente privato: direttamente dal boudoir al salotto buono.
(Ponte di Tutti i Santi, 1988).

Nel palazzo fiorentino dove una lapide ricorda che quella fu sede dell’Accademia della Crusca dal 1590 al 1612, e che lì si compilò il primo vocabolario della lingua italiana, campeggia ora l’insegna di un irish pub, “The old Store”.

Molti anni fa, forse nei primi anni Novanta del secolo scorso, una mano sicuramente maschile scrisse sulla base della statua del David in piazza della Signoria a Firenze: Eva con quella mela tu ci hai proprio rovinato. Ma non potevi farti una pera!

Il “Grande Fratello”: un modo di fare della propria vita uno spettacolo. Oh, qualcosa meno che farne un’opera d’arte, mister Wilde. Oppure per farla, vero, mister Warhol?

So che rischio di apparire, non dico misogino, ma certo poco corretto nei confronti dell’altra metà del cielo, però mi ha incuriosito trovare in un catalogo di libri d’antiquariato il titolo:
Pensieri di una donna ignorante che solo da’ i suoi difetti conosce gli altrui, né sa del mondo se non quanto n’ha udito dire, Venezia, presso C. Todero, 1770, pp. 150. Vale anche per il maschio, beninteso.

Mi sono sempre guardato, ho sempre evitato di confondere la fedeltà con una forma di volontaria sottomissione per timore di essere abbandonato.

C’è chi riesce a parlare in maniera persuasiva di cose che non comprende affatto, come dire: non sa quello che dice ma riesce a parlarne in modo assolutamente convincente.

C’è chi diffida di entrare in amicizia con chiunque per non privarsi della libertà poi di poterne dir male.

Capita di persone che mostrano una cordiale indifferenza nei rapporti sociali, perché troppo occupati ad amare se stessi.
Maldisposti verso tutto e tutti, non sopportano che qualcuno possa amarli di un amore più grande di quello che loro stessi smisuratamente si portano. Per questo non conoscono altro modo di tenere i contatti col mondo e con il prossimo se non attraverso i propri malumori.

A nessuno riesce di vivere perfettamente al presente, qui è ora, giacché è l’idea che ci facciamo del futuro, oppure è un’idea di futuro, a determinare l’agire, il pensare, il sentire stesso del presente che stiamo vivendo.

Non abbiamo mai avuto il coraggio o la forza sufficiente per accettare la realtà così com’è. Dunque il nostro destino è quello degli uomini mediocri, migliore tuttavia di quanti godono di una grandezza non vera e di una fama senz’altri meriti che l’immagine amplificata dello spettacolo che offrono della propria sofferenza narcisistica, per la volontà ostinata che mettono nel procacciarsi la fama in vita.
Sempre ansiosi di non arrivare ad essere considerati grandi, potenti e famosi. Di questi tempi… l’elenco è disgraziatamente noto e lungo.
Oggi, a qualunque livello, avere o lottare per mostrarsi ed essere visti da quante più persone possibili, è un valore in sé. L’esibizionismo, la visibilità, l’acquistare fama senza alcun merito è diventato ormai un sentimento, di più, un’ambizione diffusa, popolare, di tutti.
Seppure non c’è permesso di sottrarci alle loro esibizioni, chiediamo almeno di non dover pagare per applaudire all’ostentazione pubblica di tanti miserevoli casi umani, esiti infelici di percorsi identitari difficili e invalidanti.