L'antigastronomo

In voce ed in effige

a L.C.

Vedi Laura, pensavo che noi siamo
(non so te ma io poi così mi sento)
come naufraghi ognuno su di un’isola sua
spersa nel mezzo del grande mare della rete.
In comune abbiamo affidato alle onde una bottiglia
con un messaggio che nasconde ancora una speranza
chessò, un desiderio quieto, una buona voglia
di calore, di cure, d’attenzione e affetti.
Eppure, anzi, seppure di noi, l’uno dell’altro
non conosciamo a questo punto
se non un volto impreciso ed una voce,
e non gli sguardi, né i gesti o le maniere
che si scambiano in vita le persone vere
di noi sappiamo e ci diciamo tutto:
della nostra esistenza, il passato e l’oggi
e di quel poco futuro che rimane come desiderio.
Così pensavo, Laura, quando finirà un giorno
questo racconto in bottiglia che parla
di figli, di nipoti, genitori e amanti,
e di lavoro, interessi, domicili diversi e di vacanze
noi torneremo magari, come si diceva un tempo,
dei buoni amici di penna sconosciuti
che non si sono mai incontrati, ma di loro
sanno più di chiunque altro
così, in voce ed in effige.

CasAspecchia, 2015

 

ph. Laura Carletti